listening to F. Chopin, valzer n. 10 in B minor, op. 69 n. 2
Stringimi a te, questa notte. Abbiamo esili istanti da trascorrere insieme, prima che il tempo si riprenda tutto, ancora una volta. L’ennesima.
Voglio passare le ore che ci restano ballando. Con la mia grande
gonna rossa voglio disegnare in aria tanti cerchi colorati. Voglio distinguerne
i contorni.
Balleremmo ridendo tutta la notte, bevendo vino. Del buon Pinot
grigio. Consumeremmo le suole battendo e trascinando i piedi, agitando,
correndo, saltando. Ansimando. Sfinendo.
Ci fermeremmo. Sdraiati sull’erba, mi accarezzeresti i capelli, il
viso, il collo. Baciandomi, mi chiederesti di fare l’amore, ed io scapperei,
sperando come una bambina di essere inseguita.
E tu resti lì, immobile, a guardarmi correre via, oltre la fontana,
mentre supero le siepi e le aiuole. Mi guardi voltare l’angolo della grande
villa, proseguire oltre il roseto, e scomparire nel buio della notte, lontana
persino dalla luna.
Io non smetto di correre. L’aria fresca della notte mi ghiaccia la
pelle, congelando la mia aria di sfida.
Sorrido, e non mi fermo mai.
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