Non posso dormire.
Catalizzo i centri nervosi facendone poltiglia, non più vigile ma non ancora
del tutto assente. Mollemente mi adagio al pensiero di una quiete
apparente, vittima del buon senso o forse solo delle circostanze. Percepisco ma
di rimando, il muro del mio menefreghismo consente agli eventi di rimbalzarmi
addosso non senza tracce, non senza un'impronta impressa nel corpo. Ormai già
ricordo, attimo passato.
Il qui ed ora è il
manifestarsi del futuro più prossimo, i pensieri si rincorrono così lentamente
da far già parte dello stuolo degli avi che avanzano e sfliano in abiti
dismessi, consunti e grigi. Resti buoni per il volo lento e silenzioso degli
avvoltoi.
Devo fare presto e
seguire il mutare degli eventi. La pelle richiede un ricambio, squama per
squama, spogliarsi del superfluo. Scendere al nocciolo e brillare di sostanza.
"E' la rivoluzione."