martedì 4 febbraio 2020

UNSLEEP


Non posso dormire. Catalizzo i centri nervosi facendone poltiglia, non più vigile ma non ancora del tutto assente. Mollemente mi adagio  al pensiero di una quiete apparente, vittima del buon senso o forse solo delle circostanze. Percepisco ma di rimando, il muro del mio menefreghismo consente agli eventi di rimbalzarmi addosso non senza tracce, non senza un'impronta impressa nel corpo. Ormai già ricordo, attimo passato.
Il qui ed ora è il manifestarsi del futuro più prossimo, i pensieri si rincorrono così lentamente da far già parte dello stuolo degli avi che avanzano e sfliano in abiti dismessi, consunti e grigi. Resti buoni per il volo lento e silenzioso degli avvoltoi.

Devo fare presto e seguire il mutare degli eventi. La pelle richiede un ricambio, squama per squama, spogliarsi del superfluo. Scendere al nocciolo e brillare di sostanza.

"E' la rivoluzione."



venerdì 29 aprile 2016

BREATH

Perdo i confini. Mi sciolgo nell'inafferrabile inconsistenza dell'assenza di materia. Galleggio. Il limbo cosmico della sospensione mi divora i pensieri. Solo il cuore continua a pulsare, sicuro nella sua purezza, stabile e perfetto centro del mio essere. 
Sento e sono, esisto nei sensi. Assisto al risveglio dell'istinto primordiale, attingo energia dal più antico e profondo dei vulcani. Una vecchia saggezza riabita il mio corpo, sacra dimora terrena della mia anima. Mi affido alle vibrazioni più gravi e forti che nascono dal ventre per propagarsi in ogni atomo, il suolo trema sotto ogni mio passo. 

Una luce risplende ad ogni angolo del reale. Bellezza inattesa a perdita d'occhio.


martedì 15 marzo 2016

RESET

1 gennaio 2016

Dicono che nell'occhio del ciclone regni una pace inattesa. Una sospensione inusuale. Lo Spazio ed il Tempo cessano di esistere lasciando il posto al Vuoto creatore. Staticità generatrice di movimento. Il Nulla che precede e sottende il Tutto.
L'Abbandono risulta essere essenziale al ritrovamento di quanto si credeva perduto. 
E' nel più arido dei deserti che incontro il volto di Dio. Silenzio e vastità a perdita d'occhio.

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tuoi occhi sono la chiave di connessione con il tuo deserto, il tuo spazio vuoto, il limbo cosmico che tutto permea e tutto anticipa, la luce post atomica a cui tutto ritorna.
Gli occhi, chiave per l'Infinito di Pace.


martedì 16 febbraio 2016

SWITCH ME ON

- from a not well defined past -

Agisci sui miei centri nervosi stimolando canali paralleli e controversi. Provo a drizzare le orecchie e annuso l’aria carica di elettricità in cerca di un segnale. Ma niente. Senza alcun avvertimento arrivi come un flash, rapido ed improvviso. Attraversi la mente e ti espandi ad eco dentro il corpo. Io rispondo con un sussulto. Riempiendo ogni spazio raggiungi presto la superficie, vestendomi di brividi.
Sei il generatore del mosaico dei sensi. Senza sforzo abbassi la leva e le lampadine che pendono stanche dal soffitto si accendono all’unisono, con un boato. E’ uno squarcio nel buio che fa male agli occhi. Uso le mani per coprirmi, ma il bagliore sa passare tra le dita, mi cerca e mi trova ugualmente. Accecandomi.

E torno nel buio.

lunedì 4 gennaio 2016

STAY

Infinito. Da esso veniamo e ad esso tendiamo, prima di noi e dopo di noi, nel circolare cosmico susseguirsi delle Ere, dei millenni, nel passaggio da generazione in generazione fino al più piccolo degli istanti. Nel perpetuo scorrere della trasformazione. Non più nascita e morte, ma interminabile fluire, nel cambio delle forme e dei materiali, invariato nella sua Essenza. 

Solo fermandomi riesco a percepirne il movimento, puntando il compasso e restando nel  mio centro, equidistante da ogni punto lontano dell'orizzonte. Sintesi perfetta di tutti i vettori che non li esclude, bensì li comprende e somma, nell'annullamento delle forze, tendendo all'equilibrio. 

Due corpi in attrazione generatori di nuove possibilità e spazi da esplorare.


domenica 20 dicembre 2015

ACQUARI

Ti sento mancare nella vastità dell'oceano in cui riposo. Mi ritrovo ad esplorarne i tranquilli e silenziosi fondali, abitando ogni anfratto, ogni grotta, espandendomi a macchia d'olio, occupando ogni spazio.

I pochi spiragli di luce che sanno penetrare la possente coltre d'acqua e giungere fino a qui, proiettano a raggiera immagini del mondo superiore, ricordi sbiaditi e ricuciti insieme per tenere insieme le fila di un discorso, quel tanto che basta a poter rintracciare le vaghe sembianze di un senso. 

Intono un canto di sirene e ti scopro abitarmi dentro. Occupi inconsapevole ogni infinitesimo spazio, il movimento degli atomi mi parla di te. 

Non c'è danza ad accompagnare lo scorrere dei giorni. Si alternano le ore, il sole e la luna compiono il proprio corso nel cielo. Ma nulla giunge nitido fino a qui. Visioni su visioni si mescolano, scambiano e condensano, in un'orgia silenziosa di immagini. Il ricordo e il sogno fondono i loro reciproci confini.

Vorrei riposare, ma di tanto in tanto un elemento riaffiora catturando la mia attenzione. Un colore, un profumo, un fotogramma. Ed è un po' come destarsi.

Mi chiedo se non sia meglio continuare a dormire. Pesci morti galleggianti in un acquario.


(dipinto di Salvatore Morgante, "Viaggio al tramonto")

lunedì 14 dicembre 2015

CAVIE

Ci si avvicina al lume di un freddo e asettico neon. Nei miei sogni si rincorrono immagini di scenari post apocalittici, resti di detonazioni colossali. L'unica cosa che scorre ancora viva è il sangue. Rimbomba nelle tempie così forte da far quasi male mantenendo inalterato uno stato di stordimento del tutto simile a postumi alcolici. Ronzii infiniti che si inseguono nella testa. 

Ci si avvicina ispezionando, sezionando, staccandoci lembi di pelle per scoprire cosa c'è sotto. Pura sperimentazione. Badiamo solo a rimettere tutto in ordine e gettare nel fuoco i resti. Facciamo attenzione a non scambiarci frammenti. 

Tieniti quel che ti appartiene. 
Il mio cuore non è qui.