8 giugno 2011
Me ne frego della pioggia che cade in un Giugno che
sembra non aver la minima intenzione di cedere il passo all’estate. Penso al
sole che ustiona la testa e brucia negli occhi, penso alle infradito, ai cinesi
con gli ombrelli. All’asfalto in liquefazione. Al ghiacciolo, al Cornetto Soft.
Niente. Tutto intorno, solo una magra parvenza di autunno che circonda a
perdita d’occhio. Dunque cammino, seguendo il vostro passo svelto, cercando di
non perdervi, di non perdermi. Somiglio ad un pulcino bagnato in un temporale
di marzo.
Fuori dal locale i bambini giocano con le bolle di
sapone. Padri e madri non si sottraggono al divertimento. Li guardiamo
attraverso i nostri bicchieri un po’ pieni e un po’ vuoti, e sai che c’è? Tutti
quanti hanno voglia di giocare.
Da Peppuccio capisci che Shakespeare è approdato un po’
ovunque. E mette d’accordo tutti i pareri. Sarà merito del jazz, di John
Coltrane che soffia nel suo sax dietro di noi. Saranno i leccalecca regalati,
le caramelle gommose, gli ombrelli sperduti.
Balliamo. E la liquirizia scivola via che è una
meraviglia, baby.
Amiamo le cose belle.
E dei canoni comuni ce ne fottiamo un po’.
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