mercoledì 20 maggio 2015

IMPROBABILI STRALCI DI UN QUASI POST-MODERNO MALINCONICO DECADENTISMO MILANESE

8 giugno 2011 


Me ne frego della pioggia che cade in un Giugno che sembra non aver la minima intenzione di cedere il passo all’estate. Penso al sole che ustiona la testa e brucia negli occhi, penso alle infradito, ai cinesi con gli ombrelli. All’asfalto in liquefazione. Al ghiacciolo, al Cornetto Soft. Niente. Tutto intorno, solo una magra parvenza di autunno che circonda a perdita d’occhio. Dunque cammino, seguendo il vostro passo svelto, cercando di non perdervi, di non perdermi. Somiglio ad un pulcino bagnato in un temporale di marzo.


Fuori dal locale i bambini giocano con le bolle di sapone. Padri e madri non si sottraggono al divertimento. Li guardiamo attraverso i nostri bicchieri un po’ pieni e un po’ vuoti, e sai che c’è? Tutti quanti hanno voglia di giocare.

Da Peppuccio capisci che Shakespeare è approdato un po’ ovunque. E mette d’accordo tutti i pareri. Sarà merito del jazz, di John Coltrane che soffia nel suo sax dietro di noi. Saranno i leccalecca regalati, le caramelle gommose, gli ombrelli sperduti.
Balliamo. E la liquirizia scivola via che è una meraviglia, baby.

Amiamo le cose belle.

E dei canoni comuni ce ne fottiamo un po’.

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