(16 febbraio 2011)
Sei inverno. Percorro a bordo di una jeep scassata le
strade terrose che si perdono nell’arsura di questa natura sconfinatamente
bella e crudele, ostile, e la tua immagine si materializza appoggiandosi piano
alla mia mente. Appari in contrasto con il rosso che domina ovunque. Ho il
sapore di questa terra fin dentro la gola, non va via. Soffocando nel caldo
torrido crea una patina su tutto ciò che mi circonda. Ma tu arrivi e ti delinei
limpida. La tua pelle, che sotto i tuoi capelli neri sembra ancora più bianca,
qui si espande risuonando ad eco ed esplodendo piano nell’aria come l’inizio di
quella si prevede essere una nevicata colossale. Contrasti cromatici e
incompatibilità termiche di una bellezza disarmante. Il senso della voglia di
un paio di guanti caldi a proteggere dal gelo.
Lasciami ancora un po’ senza fiato a guardare il
paesaggio che brucia mentre mi ricordo dell’inverno.
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