(3 aprile 2011)
L’assenza di senso sprigionata
dai tuoi silenzi colpisce forte come una sferzata di vento in pieno viso, in
pieno inverno. L’abitudine mi conduce a prepararmi bene prima di uscire di
casa. Così indosso il cappotto più pesante che possiedo e quella sciarpa di
lana blu e morbida che mi regalasti proprio tu. Credo fosse qualche Natale fa.
Ogni volta che provo ad
accendere il camino trovo la legna troppo umida. Ne esce solo un gran fumo nero
che fa un po’ male agli occhi.
Se solo tu non fossi astemia
potremmo sederci comodamente su questo divano e sorseggiare un po’ di quell’ottimo
vino rosso comprato per non ricordo più quale occasione. Potremmo anche
abbracciarci bevendo da quei calici leggeri che ci ha regalato tua madre. Credo
fosse qualche Natale fa.
Vorrei dipingere le pareti del
salotto. Magari non tutte. Ho pensato che un po’ di colore contribuirebbe ad
alleviare il senso di distanza e a scaldare l’aria. Temo la troveresti un’idea
ridicola.
- Non dire stronzate, G.
E’ sempre bello parlare con
te, amore.
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